giovedì 29 settembre 2011

CONSIDERAZIONI: PENSIERI POETICI E PENSIERI FILOSOFICI


(Foto di Debora Macchi, Varsavia 2011)


"Beato Giovanni Paolo II"

Beato oggi è Colui
ch'elesse Beato
chi, per cinquecentocinquant'anni,
è stato chiamato Beato
– che sarà stato anche beato –
ma che, invero, Beato non era:
il beato Angelico,
Beato Angelico dal 1984.
Piacere mio:
D’aver onorato a Roma il Beato pittore toscano
con un libro e col teatro in Santa Maria sopra Minerva e in Italia.
D'aver incontrato il Papa polacco del Gesù Misericordioso,
più volte:
Una stretta di mano nella Chiesa di San Timoteo a Casalpalocco.
Un abbraccio nella Sua residenza estiva di Castelgandolfo.
Un'altra stretta di mano a Roma alla Chiesa di Santa Maria in Vallicella.
D'averlo incontrato di nuovo a Tarnów, a Cracovia, a Varsavia,
D'aver visitato la Sua casa natia a Wadowice.
D’aver toccato la Sua fonte battesimale nella Chiesa di quella città.
D'aver frequentato Casa Lorenz a Lanckorona,
dov’Egli, da ragazzo, studiava danza e teatro.
D'essere stato
– tra i primissimi –
presente sotto la finestra della Sua camera in San Pietro,
nel momento della Sua morte.
Di ricordarLo amato dal mondo intero ...
Di saperLo Beato!

(Poesia di Alberto Macchi scritta in occasione della Beatificazione di Karol Wojtyła in Piazza San Pietro a Roma, Domenica 1 maggio 2011)
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"UN ITALIANO VERO"
Carissimo amico mio,
ormai lo sai, ogni qualvolta torno a Roma, sei tu il primo che mi vien voglia di riabbracciare!
Questo perché sento che tu sei una persona positiva ed ottimista, armoniosa e rispettosa; un artista, un edonista entusiasta che, come me, nel corso della vita, ha saputo godersi la Felicità e ha saputo trarre beneficio dalla Sofferenza, imparando così ad amare il mondo, con tutte le sue genti, i suoi animali, le sue piante, ... le sue contraddizioni, imparando quindi a convivere con i momenti di Dolore, di Male, di Buio, di Brutto, ma anche a trarre profitto al massimo dalle altre sue infinite offerte, quali l'Arte, la Cultura, l'Ignoto, la Storia, il Presente, il Futuro, l'Immaginazione, ... la Bellezza.
A proposito di Bellezza!
Di belle donne in Polonia, come dici tu, è vero, ce ne son tante; c'è infatti un detto che circola in Europa e che recita: "Dio creò l'uomo, la donna ... e la polacca".
E poi le donne polacche hanno grazia, sono misteriose, dal portamento elegante, raffinate e discrete, proprio come piacciono a me. Ma, diciamocela tutta, di donne belle ce ne sono ovunque nel mondo. E noi due possiamo ben dirlo, perché il mondo, noi, l'abbiamo girato in lungo e in largo. E in Italia poi non mancano certo domme affascinanti e straordinarie in tutti i sensi!
Se non torno definitivamente in Italia, ma solo di tanto in tanto, è perché da qui ho, tra le altre cose, più occasioni di servire la mia amata patria, amata tantissimo anche dal popolo polacco. Pensa che a Varsavia i nuovi amici (italiani e polacchi) - ribadendo le mie origini italiche/etrusche/romane - mi definiscono l'"Italiano Vero", mentre invece quando mi trovo a Roma, i vecchi amici - dato il color grigio-biondo dei miei lunghi capelli e il fatto che arrivo da un paese del Nord Europa - loro mi apostrofano con l'espressione "Er Vichingo der Colosseo".
Inoltre, devo anche confessarti, che se non sono molto stimolato a tornare definitivamente in Italia è soprattutto perché qui, col mio Teatro, mi è data l'opportunità di diffondere, più agevolmente che in Italia, la cultura italiana, oltre che la lingua. Fare Teatro per me è tutto. E tu sai bene che io, quando mi recai nel 1996 in Polonia, scelsi poi di ritornarci e, in qualche modo, di restarci, proprio quando m'accorsi che lì mi si offriva la possibilità di farlo, il Teatro, malgrado non conoscessi affatto la lingua del posto.
Pensa che oggi a Varsavia dirigo un teatro e curo due rubriche fisse di spettacolo e cultura sulla rivista "Gazzetta Italia", il primo mensile scritto in italiano e in polacco, edito dall'Associazione "Italiani in Polonia". Queste due rubriche hanno per titolo "Spettacolo e non solo" e "Italiani in Polonia nei secoli". Puoi ben immaginare che piacere per me poter trattare certi argomenti!
Inoltre, dopo il successo dell'ultima rappresentazione teatrale "L'Uomo Caravaggio" da me scritta e diretta, ora sto allestendo una nuova pièce, una commedia di Pirandello, sempre rigorosamente in lingua italiana, anche se tra il pubblico che segue i miei spettacoli, oltre agli italiani, ci sono in media un 20% di polacchi che non parla affatto la nostra lingua e un altro 20% che invece la "mastica" appena.
E considera che la Compagnia Teatrale Italiana "Esperiente" di Varsavia per l'Europa, da me fondata e diretta, scaturita da un Laboratorio Teatrale Permanente, è composta da attori polacchi, russi, rumeni, inglesi, ecc., oltre che italiani naturalmente, tutta gente che però parla correttamente la lingua italiana. La Compagnia ha assunto il nome "Esperiente" in quanto porta la cultura italiana in Polonia, ma anche perché, nello stesso tempo, assorbe quella polacca, che un giorno, chissà!, una volta che s'affermerà veramente, potrà esportare anche in Italia.
Poi, devo dirti, qui posso assaporare due cucine: quella italiana, ottima, solitamente in casa mia e quella del luogo, comunque buona, fuori, al ristorante o in casa di amici polacchi.
Ma, alla fine, le cose più importanti per me sono che in questo paese ho trovato ormai, da 15 anni, l'Amore, gente amica con cui convivere e quella serenità che m'occorre per creare e comporre. Qui io studio e mi interesso da sempre alla storia della Polonia, al territorio, alla cultura di questo popolo, per cui ho scritto e continuo a scrivere testi teatrali che trattano della vita di personaggi storici polacchi e italiani, come "Stanislao Poniatowski", "Cagliostro", "Bona Sforza", "Carlo Dolci", "Brat Albert", "Cesare Baronio" o "Stanislao Brzozowski", che ho rapprentato e che continuo a rappresentare in Italia e in Polonia nelle due lingue.
E tieni presente che, alla fin fine, ogni qualvolta m'assale la nostalgia della mia terra favorita dalla natura, baciata dal sole, intrisa di storia e impreziosita di opere d'arte, ogni qualvolta sento il desiderio di riabbracciare le persone a me care da sempre, in due ore posso raggiungere Roma, con un volo diretto da Varsavia, ad un prezzo Low-Cost assolutamente accessibile e senza la benché minima difficoltà.
La magia del progresso e della tecnologia: in un battibaleno può accadere di passare da 25 gradi sotto zero a 15 sopra, con uno sbalzo di 40 gradi. Se qualche volta, in inverno, mi ripeto lamentandomi per il freddo, allora gli amici polacchi mi ribadiscono ridendo: "To jest Polska!" E finisce che rido anch'io. Anche perché non è sempre così. Ci sono anche inverni a zero gradi con momenti di neve a cui seguono uno splendido sole e un gran bel cielo azzurro, come estati a 40 gradi, con momenti di pioggia a cui seguono un sole brillante e uno straordinario cielo azzurro capace di offrire albe e tramonti da mozzafiato.
Grazie del tuo affetto e a risentirci o a rivederci presto.
Il tuo amico caro,
Alberto,
disponibile ad ospitarti in qualsiasi momento.
Ti allego alcune foto di questa parte di mondo, anch'essa favorita dalla natura e intrisa di storia, a te ancora sconosciuta. Conoscere per capire!
Ti allego infine una insolita mia foto che è "tutto un programma!", quindi "tutta da interpretare!". Ha per titolo L'ITALIANO, come la nota canzone di Toto Cutugno

(Lettera di Alberto Macchi ad un amico in Italia, Varsavia 1 febbraio 2011)

"In Polonia col cuore e la mente in Italia"

“A TE”

Il Corimbo acceso
illumina la Torah,
un po' come ‘l Dharma
ch’illuminato è dalla Buddhità,
come la Bibbia dal Verbo,
o come il Corano da Allah.
Così, amore mio,
è quest’oggi, con te,
illuminato da Dio:
al Presente gli è dato
che ‘l Futuro
s’incontri col Passato!
(Varsavia, 20/9/2011)
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INCUBO
Che società si sta delineando?
Così dipendente:
da cellulari,
auricolari
e PC vari.
Quando
sarà 'l momento mio,
sarò felice d'uscir di scena,
quant'è vero Iddio!
(Questo è quanto si sente dire in giro ormai da troppo tempo! - 26/9/2011)

Come è vero che non esiste il tempo presente del verbo "trovare", così chi s'accontenta per un certo periodo, gode e chi s'accontenta per sempre, muore. (Letture, Roma 2011)
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CONSIDERAZIONE SENSATA, INSENSATA, BANALE, ERMETICA, UTOPISTICA
La cruda realtà dell'esistenza:
La Natura crea tutti esseri programmati. Tra questi, quelli sensienti, più o meno curiosi, davanti alle scelte, hanno l'impressione di essere dotati del libero arbitrio.
Ecco i principali rimedi a questa cruda realtà, escogitati nei secoli dagli uomini più curiosi, quindi più esigenti:
- Politeismo: l'Uomo accetta d'affrontare con la "non-azione" il Karma che gli è stato assegnato dagli Dei visti come suoi creatori; e li prega costantemente perché questi gli siano propizi.
- Buddhismo; l'Uomo viene visto come figlio della Legge di Causa-Effetto. Questi può trasformare il karma negativo ereditato e prodotto, confidando nelle sue potenzialità con il supporto d'una recita quotidiana d'un mantra davanti ad un mandala.
- Monoteismo: l'Uomo, dotato del libero arbitrio, nel costruirsi il destino, s'affida ad un Dio Misericordioso, visto come suo creatore; e lo prega ogni giorno perché comunque padrone del suo destino. (Letture, Roma 2011)
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Oggi mi trovo qui tra persone vacanziere d'un'ignoranza e quindi d'un'arroganza terrificante. Domani tornerò nella mia meravigliosa città tra gente di tutti i giorni o violenta o d'una noia mortale.
Certo, il mio mondo non so più dov'è, ma una cosa è sicura: si trova altrove! (Letture, Roma 2011)
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“Ciò che ha un inizio avrà una fine”

Questo, stando alla Legge di Causa-Effetto che domina tutte le cose!
Ecco allora che nell’Universo, ogni atto, ogni corpo insensiente o ogni essere sensiente, è da considerarsi perituro, impermanente, ... quindi, in relazione al presente, più o meno utile o dannoso, ma di certo assolutamente vano se si rapporta al futuro.
Pochi istanti fa, preso da una irrefrenabile smania di curiosità, pernsate, ho voluto raggiungere il margine dell’Universo per verificare se laggiù le cose andassero diversamente.
Invece è accaduto che quando mi sono affacciato per scrutare al di là di quel confine, m’è apparso davanti un cartello con la scritta: “L’orizzonte che vedete davanti ai vostri occhi si trova a 20.000.000 km di distanza da qui, quindi a circa un minuto di percorso; chi volesse avventurarsi ... vada pure!”.
Io, ispirato da quel pizzico di Buddhità che mi sono conquistato nel corso di una vita, ho potuto intuire subito l’ironia di quel messaggio, per cui ho scelto di tornarmene indietro immediatamente.
Ora che son di nuovo qui tra voi, amici miei, posso assicurarvi con assoluta certezza che il Tempo e lo Spazio, perlomeno al momento, non avranno una fine. Per cui, finché siamo in vita, immagino sia il caso di godersi al meglio queste due opportunità che ci sono offerte: Tempo e Spazio.
In futuro, se laggiù dovesse apparire un nuovo avviso scritto, allora vorrà dire che in tal caso ci adegueremo.

ROMA 12 LUGLIO 2012: Dico di voler vivere fino a quando l'Uomo sarà capace di trasferire, con la sola forza del pansiero, sé stesso e la Massa tutta, da un punto all'altro della Terra e dell'Universo..., anche se so già che potrò morire tranquillamente prima, dal momento che l'Uomo non farà in tempo ad arrivare a tanto: succederà infatti che tra non molto l'Etere, ormai inquinato ed intasato di onde d'ogni genere, si saturerà ed esploderà o imploderà, riconducendo il Mondo e (chissà!) l'Universo al medioevo.

PER MOLTE PERSONE LA CULTURA UCCIDE COME IL FUMO/JAK PALENIE, DLA WIELU OSÓB KULTURA ZABIJA

Il fumo uccide.
Il fumo crea una elevata dipendenza, non iniziare a fumare.

Palenie zabija.
Palenie tytoniu silnie uzależnia, nie zaczynaj palić, palenie zabija, a w każdym razie szkodzi poważnie zdrowiu.




"Noi sì che siamo delle bestie!"

Noi uomini dovremmo rispettare, se non venerare o perlomeno non dovremmo uccidere più per nutrirci e non dovremmo continuare a sfruttare ancora tutti quegli animali che hanno fatto la storia del mondo insieme a noi.
Se pensiamo ai buoi che per millenni hanno tirato l'aratro e i carri, ai cavalli, agli elefanti, ai lama, ai dromedari, ai cammelli, che ci hanno condotto e trasportato le cose in ogni luogo, ai muli e agli asini che si sono caricati di ogni nostro fardello, alle alci, alle renne, ai cani ancorati alle slitte, ..., alle ..., agli ... .
Il nostro mondo evolve, il nostro corpo migliora, il nostro cervello s'affina, ma il nostro egoismo di essere superiori resta!
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Maria, Madre di tutti, ... Mamma mia!
Sono anch’io, come Te, una donna;
ma io, a differenza di Te,
vado ancora cercando su questa Terra,
quella Serenità
che forse esiste soltanto in Cielo
e che Tu invece sperimentasti
anche quando fosti qui tra noi.
Certo, Tu possedevi
un Cuore capace d’Umiltà,
un Cuore che nutriva l’Umiltà dell’Amore.
Tu, a differenza di me, ... di noi,
non miravi di certo alla Saggezza
raggiungibile tramite la Conoscenza,
a quella Saggezza che conduce alla Felicità
e al superamento del Dolore.
Tu, infatti, per ben altro fosti prescelta dal Signore:
per la tua Umanità infinita,
ovvero per l’Amore praticato con Dedizione,
un po’ come fa la Carità con la Compassione.

Cosa ti sto chiedendo allora io, Madonna mia?
Quello che non ho e che non potrò mai avere?
Non so,
forse qualcosa per la vita mia,
per me, ... per il “mio amore”!
Certo, per “mio amore”, io intendo lui,
il “mio amato”.
E Tu - che hai amato talmente un uomo,
così tanto da soffrirne trafitta nel Cuore
e da seguirlo fin sotto la croce -
Tu puoi, certo, comprendere il mio dolore.
Chi più di te sa che un uomo, quando soffre,
può far soffrir amaramente una donna, ...
e che questa donna, sola, sarà ancor più sola.

Ma Tu hai vinto!

Che strano!
Sento già che, per Tua intercessione,
Cristo è lì, accanto a te,
ad ascoltar questa mia invocazione
e che presto m’indicherà la soluzione.
Le richieste sincere, accorate quaggiù …

Grazie Maria,
Madre di tutti, anche del “mio amato” ,
Mamma mia,
fa sì che io, .. che noi, non soffriamo più!


MODI DI DIR(SI):
A Roma dico sovente ad un mio amico attore:
"Guido sei e Guitto rimani!"
.
Guido invece, quando io torno dal nord Europa che porto i capelli lunghi, lisci grigi-biondicci, mi chiama "Er Vichingo der Colosseo"
Un altro mio amico italiano a Varsavia, dal momento che sono romano e faccio Teatro, mi chiama "Gladiattore".
Quando vado a Gdinia sul Baltico, mi fermo sempre a mangiare il pesce ad un ristorante sul barcone che si chiama "Dar Pomorze" perché questo suo nome mi fa sentire un po' a casa mia, come a dire "Dar Pomice", alla romana, mentre invece in polacco - pensate un po! - sta per "Dono di Pomerania".
Quando sono a Roma, a volte, vado a mangiare in un ottimo ristorante cinese con un proprietario estremamente simpatico, che parla un romanesco strettissimo. Ogni volta però devo subirmi il solito complimento "Ah Dottò, sei un glande!" e non mi fa certo piacere, così al primo impatto, sentirmi definito un "testa di caz..!"
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PUBBLICAZIONI NON ACCADEMICHE
Le mie pubblicazioni relative alla vita di personaggi storici, anche se sempre corredate di documenti, di foto, di fonti, di note e di bibliografia, non rientrano di certo fra quelle della Storia dell'Arte istituzionale, anzi, per compiacere qualcuno se ce ne fosse la necessità, le potrei definire io stesso, senza difficoltà, opere “eretiche” o “abusive”, benché, devo dire, per amor del vero, che esse nascono preminentemente come testi drammaturgici. Pur tuttavia io sono convinto, sia pur con molta modestia, che qualche volta l’interesse e l’entusiasmo per una disciplina possa portare un autodidatta, un dilettante, più lontano di chi studia nel rigore accademico senza magari quel trasporto che invece ha, quasi sempre, appunto chi è mosso dalla passione. In ogni caso, le mie ricerche possono costituire un contributo, a titolo gratuito, per quegli accademici e ricercatori che operano nelle istituzioni. Per me è importante solo vivere in prima persona e in tutta la loro interezza, quelle straordinarie emozioni, a volte mozzafiato, che provo ogni qualvolta scopro negli archivi qualcosa di nuovo. (Letture, Roma 2012)
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L’Italia è il palcoscenico d’un gran teatro con una scenografia unica, dove abili artisti e commedianti, ormai da secoli, s’esibiscono per la platea del mondo.
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DIO NON C'E' ANCHE SE E' NEL CREATO
Iddio creò l'Infinito e l'Eterno per i suoi due figli, l'Universo e la Natura e scomparve dissolvendosi nel Creato. Lasciò loro la sovranità su ogni cosa, con l'impegno di gestire il tutto e, nello stesso tempo, con la libertà di sbizzarrisi a piacimento. La Natura, madre, matrigna, bizzarra, dolce, violenta, artista, angelica, demoniaca, scelse di deliziarsi principalmente col Mondo, quindi in uno spazio limitato, con gli uomini, gli animali, le terre, le acque, il fuoco, l'aria, l'intelligenza, i sensi, i sentimenti, la mente. L'Universo invece, più intraprendente, più energico, meno fantasioso, meno sentimentale, preferì tener sotto controllo uno spazio quasi infinito, sollazzandosi così con il Cosmo, in continuo fermento e in continua espansione, quindi con le stelle, i pianeti, le galassie, le comete, il magnetismo, le energie, il vuoto.
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QUELLO CHE IL NOSTRO CORPO MANIFESTA E CIO' CHE LA NOSTRA MENTE CREDE, E': TUMORI REALI, MALATTIE IMMAGINARIE, ... quindi pensare in positivo per difendere il nostro corpo e la nostra mente, per difendere noi stessi!
Il nostro cervello, abbandonato a se stesso, recepisce, attraverso i sensi, ogni cosa; poi, attraverso quegli stessi sensi, riversa nel nostro corpo e nella nostra mente: piaceri, malattie, emozioni, paure. Basti pensare alla tramissione dello sbadiglio, alla trasmissione del panico, alla trasmissione dell'euforia, alle sensazioni del dolore, dell'odore, del sapore, dell'orrore. (2012)

CONVINZIONE: Gli uomini nascono tutti PREDESTINATI, ma possono essere:

LIBERI – totali artefici della propria vita, quindi soggetti al solo Libero Arbitrio (o responsabili consapevoli delle proprie azioni, quindi soggetti alla sola Legge di Causa-Effetto)
ELETTI – strumenti della giustizia di Dio (o strumenti del Karma individuale), per cui incastrati in una catarsi; ai quali però, dopo la morte, è riservato il Regno dei Cieli per la totale espiazione dei propri peccati (o il Nirvana per il raggiungimento della totale Illuminazione).
DANNATI – strumenti dell’opera del Demonio (o strumenti del Karma negativo collettivo), condannati dopo la morte al Fuoco Eterno (o alla trasmigrazione negli Stati Inferiori)
ANGELI – strumenti della misericordia di Dio (o strumenti del Buddha, cioè Bodhisattva), privilegiati in questa vita e, dopo la morte, nell’altra.
(2013)
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QUANDO NASCITA E MORTE SONO CAUSA ED EFFETTO SIMULTANEI

La Nascita può trasmetterci l'Inibizione, l'Inibizione può generarci la Vergogna,  la Vergogna può dar origine alla Paura, la Paura può produrci la Viltà, la Viltà può arrecare Danni, i Danni possono dar luogo ai Rimorsi, i Rimorsi possono affossarci nell'Angoscia, l'Angoscia può condurci alla Morte. (Anton Cecov, Il Gabbiano)
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Certamente ringrazio i miei genitori d’avermi dato la vita, ma altrettanto certamente devo denunciare che entrambi non mi meritano. Però c’è anche da dire che mio padre e mia madre (che vivono vite separate, distanti e senza contatti, quindi senza possibilità d’influenzarsi l’uno con l’altra), sono i genitori più strambi del mondo. Quindi se io mi considero un capolavoro – dal momento che sono il risultato di questa loro comune stranezza – allora devo interpretare l’effetto come un fenomeno assolutamente straordinario.
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Non c’è nulla di più rischioso che avere, tra la cerchia di amici e parenti, una persona irrisolta, frutto della propria indolenza, incultura e incostanza, tutti mali che, col passar del tempo, tendono inevitabilmente ad alimentare l'ignoranza e l'incoscienza, quindi la presunzione; e una persona siffatta, se poi approdasse al punto di dover mendicare per sopravvivere, allora potrebbe costituire addirittura una pericolosissima mina vagante. 
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IL PENSIERO DELLE MENTI PIU' ILLUMINATE 
DI TUTTI I TEMPI:

Tutti portiamo in noi il nostro ergastolo, i nostri delitti e le nostre devastazioni. Ma il nostro compito non è quello di scatenarli attraverso il mondo; sta nel combatterli in noi e negli altri (Albert Camus)

LA VITA: CONDANNA O PREMIO?
 (Roma, 4-6 settembre 2014)
Generato da due naufraghi,
egoisti, sleali come tutti,
come me con mia moglie poi,
mai approdati in nessun luogo.
Quando, cresciuto, mi son separato,
loro m’hanno consegnato uno zaino
ricolmo di nuove menzogne
insieme ad un manuale d’ipotesi e di speranze,
mentr’io, da solo,
m’andavo a esporre a tutte le procelle.
Allora mi son rifugiato
prima tra quelli come me,
poi tra la massa incosciente
ed infine nella fantasia,
a spappolarmi il cervello,
alla ricerca d’un perché
o d’una via d’uscita che non c’è.
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Un uomo e una donna
m’hanno chiamato qui,
in questo mondo generoso
pronto ad offrire ai sensi miei
un’infinità,
tra esperienze e curiosità.
Ed io mi son sentito miracolato
per esser nato;
con il Dio della Felicità,
che passo passo,
m’è rimasto accanto
fino al trapasso.
LA META(À): LEI O ME?
(Roma, 23-26 agosto 2014)
Ho cercato Iddio
qui, nella Donna,
ma ho trovato l’Io
… o la Madonna.
Cerco Me Stesso
in una Donna là,
ma trovo Sesso
e niente  Complicità.
Ho cercato Tutto
nella Donna laggiù,
ma Lei m’ha dato un frutto
… e niente più.
Però se Dio c’è,
prima di morir, ti giuro,
devo trovarLo in Te,
Amore mio futuro.
ALLA MIA ETÀ: ORMAI
(Roma, 27 agosto 2014)
…………………………………………………
Ormai chi non mi cerca o non mi capisce
non mi troverà, non mi godrà,
non mi patirà
e non mi meriterà.
E ora,
anche se non dovessi incontrarla,
quella persona,
io comunque l’ho cercata,
ho curiosato,
mi son capito
e, soprattutto, chissà, 
magari ho capito ‘l mondo!
IL FINE: UMANITÀ
(Roma, 11 settembre 2014)
Durante l’intero percorso esistenziale
ho indagato, ricercato e lavorato
intorno al concetto di “Umanità”,
sia come essere vivente che come operatore teatrale.
Per essermi disperso dietro alle cattoliche “Fratellanza” e “Bontà”,
tutto è proceduto senza un apparente risultato.
Ma poi, quando un giorno qualcuno spontaneamente m’ha confessato:
“Noi ti avevamo consegnato dei cenci e tu ci hai restituito delle persone”,
allora ho potuto constatare che invece, in verità,
avevo, a mia insaputa, sperimentato,
proprio quel sentimento, qua e là,
fin dalla nascita, dentro di me, ben radicato.

Maria, Madre di tutti, ... Mamma mia!
Sono anch’io, come Te, una donna;
ma io, a differenza di Te,
vado ancora cercando su questa Terra,
quella Serenità
che forse esiste soltanto in Cielo
e che Tu invece sperimentasti
anche quando fosti qui tra noi.
Certo, Tu possedevi
un Cuore capace d’Umiltà,
un Cuore che nutriva l’Umiltà dell’Amore.
Tu, a differenza di me, ... di noi,
non miravi di certo alla Saggezza
raggiungibile tramite la Conoscenza,
a quella Saggezza che conduce alla Felicità
e al superamento del Dolore.
Tu, infatti, per ben altro fosti prescelta dal Signore:
per la tua Umanità infinita,
ovvero per l’Amore praticato con Dedizione,
un po’ come fa la Carità con la Compassione.
Cosa ti sto chiedendo allora io, Madonna mia?
Quello che non ho e che non potrò mai avere?
Non so,
forse qualcosa per la vita mia,
per me, ... per il “mio amore”!
Certo, per “mio amore”, io intendo lui,
il “mio amato”.
E Tu - che hai amato talmente un uomo,
così tanto da soffrirne trafitta nel Cuore
e da seguirlo fin sotto la croce -
Tu puoi, certo, comprendere il mio dolore.
Chi più di te sa che un uomo, quando soffre,
può far soffrir amaramente una donna, ...
e che questa donna, sola, sarà ancor più sola.
Ma Tu hai vinto!
Che strano!
Sento già che, per Tua intercessione,
Cristo è lì, accanto a te,
ad ascoltar questa mia invocazione
e che presto m’indicherà la soluzione.
Le richieste sincere, accorate quaggiù …
Grazie Maria,
Madre di tutti, anche del “mio amato” ,
Mamma mia,
fa sì che io, .. che noi, non soffriamo più!

Ti Amo … Vita!
Ogni istante 3000 direzioni e una sola scelta,
un effetto, un'emozione
e di nuovo una scelta fra 3000.
Sei un'Opera d'Arte in continua trasformazione ...
Chi ti vede ti riflette,
chi ti teme non ti vede,
chi ti odia ti combatte … perdendo.
(Debora Macchi, Roma 2/2017)


PRIGIONE E ESILIO:
la nostra consapevolezza collettiva assoluta,
a partire da una futura prossima esistenza.

Chi prigioniero
delle minacce di altri.
Chi prigioniero
dell’ignoranza altrui,
chi della libertà degli altri.
Chi prigioniero
della propria indole,
chi del proprio pensiero.

Chi prigioniero dell’odio.
Chi prigioniero dell’amore.


Chi prigioniero 
dei propri vizi,
Chi prigioniero 
delle proprie virtù.

Chi prigioniero del tempo.
Chi prigioniero dello spazio.


Chi anche, prigioniero, incarcerato,
per una propria colpa, per la legge.



Chi anche, prigioniero, imprigionato,
per una sventura, per la guerra.

Peraltro,
ognuno
cittadino dell’Universo,
in esilio sul pianeta Terra,
… condannato a morte sin dalla nascita!
(Varsavia, 4.5.2919)


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00.030 - 10.12.14